giovedì 17 febbraio 2011

Intervento sul bilancio del Consigliere Ugo Panzeri - Consiglio Provinciale del 17 gennaio 2011

Se dovessi dare un immagine della Provincia dopo due bilanci 2010/2011 dell’amministrazione Nava la vedrei come una persona che in due anni si è paralizzata negli arti inferiori.
Ricordiamoci l’intervento di Virginio Brivio che, nel 2010, già denunciava l’ingessamento del bilancio in nome della priorità della Lecco-Bergamo, obiettivo certamente importante, ma sul quale, vista la sua  natura sovra-provinciale  e l’utilizzo regionale, si sarebbe dovuto continuare a chiedere alla Regione garanzia di cofinanziamento, cosa che avrebbe liberato ingenti risorse del bilancio provinciale, utilizzabili per altre importanti esigenze del nostro territorio.
Nel 2011, come ben sappiamo, il bilancio è vincolato dal non rispetto del patto di stabilità avvenuto nel 2010, anche questa responsabilità dell’amministrazione Nava.
Infatti, pur ritenendo le norme di questo patto assurde per le amministrazioni locali,  da parte delle amministrazioni di centro sinistra che ci hanno preceduto c’è sempre stato un faticoso rispetto di questo patto; oggi invece la stessa amministrazione che in sede di approvazione del bilancio 2010 aveva dichiarato apertamente che il rispetto del patto era un obiettivo da raggiungere, ha disatteso, come avevamo previsto e preannunciato, le sue affermazioni e ci ha consegnato  un bilancio 2011 povero di risorse e, soprattutto, di contenuti.
Ora possiamo dire che dopo 2 anni di amministrazione Nava la Provincia di Lecco è ridotta ad una persona in carrozzella che sicuramente non potrà fare molta strada e la famosa Provincia UTILE, rischia di diventare non l’ente capace di trascinare il territorio fuori dall’attuale situazione di crisi ma un ente inutile incapace di essere il motore della nostra realtà territoriale.
Ora entro nel merito di due settori che ho esaminato con attenzione
ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE.
In conto capitale si notano diverse risorse per la sistemazione di strutture scolastica, ma per la maggior parte si tratta di spendere soldi stanzianti dal Ministero senza nessun aggiunta di risorse proprie, che avrebbero qualificato gli interventi. Le uniche risorse proprie messe  - 15.000.000 euro -  sono per il liceo artistico, ma queste risorse sono legate ad alienazioni di beni provinciali che in questi anni non siamo mai riusciti a vendere e quindi è reale il rischio che, per il liceo artistico, i “famosi laboratori” rimarranno ancora un sogno.
Se il nostro esame entra nelle spese in  conto corrente ci accorgiamo di un taglio radicale delle risorse
Da 360.000 euro del 2010 ai 180.000 euro del 2011, ma, soprattutto, quello che emerge  è l’abbandono totale di due proposte nuove introdotte dall’assessore Teti nel 2010, proposte che ci avevano visti contrari, ma che nelle intenzioni dell’assessore avrebbero qualificato il suo assessorato: i 50.000 euro per i “Premia  i progetti” e i 50.000 euro per i buoni libro  letteralmente scomparsi nel bilancio del 2011.
La stessa  maggioranza boccia dopo un anno le novità dell’assessore Teti e, soprattutto, disinveste sulla scuola,  dimenticandosi bellamente l’invito del Presidente della Repubblica che, nel suo discorso di Capodanno, invitava le Istituzioni a puntare sulle nuove generazione per uscire dalla crisi attuale: e quale settore per la Provincia se non quello dell’istruzione ha  i giovani come proprio obiettivo principale?
L’impegno della nostra Provincia è chiaro: un taglio netto del 50%  sulle spese a favore della scuola.
CULTURA
A prima vista. l’assessore Benedetti sembra uscito bene dai tagli lineari che questo bilancio contiene: in un rapido confronto con il bilancio 2010 nelle cifre totali vediamo un calo ridotto delle risorse, ma, se entriamo nel merito, vediamo che di fatto la Provincia riduce notevolmente le sue risorse proprie facendo aumentare  le risorse degli altri Enti coinvolti nelle sue progettualità.
Chi ci rimette di più sono in particolare i Comuni (vedi sistema bibliotecario provinciale): in questo modo Benedetti applica un federalismo ed una sussidiarietà  all’inverso: usa le risorse degli enti “minori” per realizzare progetti di cui poi si assume la paternità e con i quali si garantisce la visibilità mediatica.
In linea con l’andante leghista: le critiche sono solo quando Roma centralizza e “sfrutta” gli enti territoriali, mai quando sono Milano o Lecco a fare la stessa cosa.

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