martedì 25 giugno 2013

L’agricoltura e la congiura del silenzio


La stagione del rilancio dell’agricoltura lecchese, durata per oltre dieci anni con le amministrazioni di centrosinistra, sembra definitivamente conclusa. Chi ha a cuore le sorti dell’agricoltura lecchese attende invano da quattro anni provvedimenti da parte dell’amministrazione in carica, sollecitati in più occasioni, ma senza risultato.

Nella precedente amministrazione ho avuto per alcuni anni, la responsabilità politica di questo settore e sono ben consapevole delle difficoltà e delle potenzialità presenti, ma le une si possono fronteggiare e le altre sviluppare solo attraverso una visione e una strategia, che è mancata in questi ultimi quattro anni.

Può essere nell’ordine delle cose che forze politiche alternative siano portatrici di una diversa visione delle politiche per un settore e perciò abbiano differenti approcci, ma ciò che è stupefacente è quello a cui siamo costretti ad assistere, ormai da lungo tempo, come cittadini e come rappresentati eletti all’interno delle istituzioni: la totale mancanza di azione dell’amministrazione nel settore agricolo e l’atteggiamento, sprezzante, della Giunta nei confronti del Consiglio provinciale. All’unanimità il Consiglio aveva approvato, ormai nel lontano 2011, un ordine del giorno, a cui tardivamente la Giunta aveva dato seguito con un primo provvedimento programmatico, che poi è rimasto “lettera morta”. Mi riferisco al progetto di sviluppo della filiera corta del latte, per il quale il Consiglio meriterebbe almeno un aggiornamento serio in merito allo stato del progetto, a cosa è stato realizzato e a ciò che non è stato fatto. Mi permetto di ricordare al nuovo assessore all’agricoltura, se quello precedente non l’avesse fatto nel passaggio di consegne, gli unici atti deliberativi di questa amministrazione che hanno preso in considerazione un progetto per l’agricoltura lecchese: la Delibera del Consiglio provinciale n. 17 del 7/2/2011 e la Delibera della Giunta provinciale. n. 173 del 19/07/2011.

E’ cambiato l’assessore, è cambiato il dirigente, sono stati riorganizzati gli uffici, ma il risultato a cui assistiamo è lo stesso: per questa amministrazione l’agricoltura non esiste!

In questi quattro anni l’amministrazione di centrodestra non ha delineato una visione e non ha messo in cantiere un progetto. Non ha agito per lasciare sviluppo al territorio, non ha nemmeno tentato di mettere in campo qualche idea, ad esempio per affrontare Expo 2015, di cui si è ormai alla vigilia e che è centrato proprio su agricoltura e alimentazione. E’ possibile pensare che l’agricoltura di un territorio, ricco di risorse attrattive come il nostro, che si pensa e si auspica possa essere visitato da centinaia di miglia di persone che arriveranno a Milano per l’ormai prossima esposizione universale del 2015, non abbia nulla da offrire?

Evidentemente per questa Amministrazione la risposta è “no”, vista l’afasia della Giunta su questo argomento. Ritengo che sia un errore non pensare, ad esempio, che occorra riqualificare l’offerta gastronomica, creare reti di relazioni e servizi fra gli agricoltori e con chi si occupa di ristorazione e di turismo, operare per contribuire a valorizzare nel territorio una cultura alimentare che renda vivi i prodotti locali e non li riduca a semplici oggetti di folclore, difendendoli e diffondendoli.

Stiamo vivendo in un tempo di crisi economica che per migliaia di persone significa perdita del lavoro e del reddito. Centinaia di piccole imprese nel nostro territorio sono costrette a ristrutturarsi e a guardare anche verso ambiti di attività diversi da quelli precedenti, alla ricerca di alternative alla chiusura. In questo contesto, anche l’agricoltura potrebbe rappresentare un settore di interesse che potrebbe aiutare a creare nuove prospettive, soprattutto ai giovani, utilizzando meglio le risorse del territorio. Invece, cosa è successo? Le reti fra i produttori non si sono sviluppate oltre il livello a cui erano giunte grazie al lavoro svolto in precedenza; stessa situazione per quelle con altri operatori e con i consumatori. La diffusione dei prodotti locali nella ristorazione non ha ricevuto alcuno stimolo e le risorse del territorio, a partire dai boschi, sono state abbandonate dalla Provincia. Paradossalmente, proprio quando sono disponibili dati aggiornati dell’ultimo censimento agricolo nazionale del 2010 non vengono più prodotti e diffusi dati sul settore a livello provinciale e ogni giorno, nei confronti dell’agricoltura, continua da lungo tempo a consumarsi una congiura del silenzio.
Italo Bruseghini - capogruppo PD Provincia di Lecco


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